I pilastri della SEO

4 cose essenziali per una strategia di posizionamento di un sito web

Fare SEO, cioè ottimizzazione per i motori di ricerca, non è così semplice come molti possono pensare.
Ci sono ancora oggi molte aziende che mettono in mano il loro business online ad un tecnico interno (quando non lo gestisce il proprietario stesso), costruendo un sito “home made” per risparmiare ma senza tenere conto di alcuni concetti base di marketing e SEO.

Nulla da dire sul fatto che molti di questi siti web siano tecnicamente validi, magari implementano pure un architettura più sicura di altri e si interfacciano ad un DB per l’organizzazione dell’e-commerce, ma a livello di posizionamento su Google dubitiamo siano ben strutturati.

Nella digitalizzazione d’impresa ogni aspetto deve essere curato in maniera professionale, ed il sito web è una delle cose a volte lasciate un po’ indietro, senza rendersi conto che è il biglietto da visita aziendale sul mondo.

Ad ognuno il suo lavoro, dico io, perché se esistono specializzazioni come il web marketing, il social media manager, lo specialista SEO, un motivo ci sarà, ed è presto detto.

Per riuscire a posizionare un sito web su Google è necessario affidarsi ad un consulente SEO esperto, perché esistono tutta una serie di fattori da prendere in esame che un esperto SEO conosce bene, e poi è sicuramente aggiornato sulle ultime news di Google.

In questo articolo vediamo quali sono le principali basi SEO per riuscire ad ottenere un buon posizionamento sui motori di ricerca.

Le 4 basi della SEO

La SEO si basa essenzialmente su 4 macro pilastri, che sono:

  • SEO tecnica: indicizzazione e prestazioni del sito
  • I contenuti (testi e immagini)
  • SEO on site (piccole regole di google da seguire)
  • SEO off site (autorità del sito)

SEO tecnica

Forse questa parte è la più difficile da attuare se non si è almeno un pochino smanettoni, perché per sistemare il vostro sito web dal punto di vista tecnico è necessario conoscere un minimo di HTML e CSS, senza dimenticare il PHP che potrebbe aiutarvi molto.

Infatti, alle basi del posizionamento di un sito su Google è necessario far si che le pagine del sito siano facilmente scansionabili dallo spider del motore di ricerca, ed anche che tutte le pagine importanti lo siano.

Per trovare eventuali criticità si possono usare software o tool appositamente studiati per la SEO come SEOZOOM, SEMRUSH, ma soprattutto Screaming Frog, che si occupa appunto di scovare problemi nel sorgente del sito web.

Tra l’altro Screaming Frog è anche gratuito per analizzare fino a 500 pagine, il che significa che va benissimo per un normale blog personale ma anche per un piccolo sito aziendale. Lo potete scaricare dalla pagina ufficiale.

Con questi tool potete analizzare l’indicizzazione delle pagine, problemi relativi al protocollo https, eventuali redirect ridondanti, problemi di risposta del server, hreflang errati o mancanti e molto altro ancora.

Inoltre, con l’uso di altri strumenti gratuti forniti da Google stesso potrete trovare e risolvere altri problemi del vostro sito web.
Il miglior tool in assoluto per fare SEO è infatti la Google Search Console, strumento che vi potrà rivelare un sacco di informazioni sullo stato di salute di un sito, a partire dalla versione mobile che è diventata di primaria importanza.
Google infatti da più di un anno posiziona i siti web sulla base della loro versione mobile.

Un altro strumento messo a disposizione da Google sempre gratuitamente, è PageSpeed Insight, che vi servirà per stabilire le prestazioni in termini di velocità di caricamento delle pagine di un sito web.
Questo importante strumento inoltre vi indicherà alcune criticità che rallentano la fruibilità della pagina (User Experience) e vi fornirà alcune indicazioni per eliminarle (non è così semplice, sappiatelo).

I contenuti: Content is the king

Content is the King è una frase attribuita a Bill Gates nell’ormai lontanissimo 1996, e lo disse riferendosi a internet e ai siti web, e nel mondo SEO sta a significare che il contenuto deve essere al centro del progetto web.
È con i testi che comunichiamo agli utenti e diamo loro informazioni ed è leggendo i contenuti che un motore di ricerca categorizza un sito all’interno del suo indice.

Inoltre i contenuti testuali sono utili per poter usare le famose “keyword”, ovvero le parole chiavi utili a far capire a Google di cosa tratta la pagina e usando keyword correlate potete approfondire meglio il discorso creando quello che si chiama “contenuto esaustivo”.

I testi vanno inoltre scritti seguendo un congruo schema di titoli H1, H2 e H3, a partire cioè dal titolo per poi andare a titoli paragrafi e sottoparagrafi (o sottotitolo e paragrafi).

le immagini poi vanno benissimo, soprattutto nel caso degli e-commerce (e ancor di più se sono di design), ma anche le immagini devono essere correlate da spiegazioni, informazioni sui costi, sui materiali e tutto quel che concerne la vendita.
Inoltre le immagini devono seguire delle regole tecniche (SEO tecnica) per quel che concerne il loro peso e la loro dimensione.
Inutile pubblicare un immagine di 8Mb e 6000×4000 px quando la usate su un riquadro 600×400 px.

Un discorso a parte lo meritano pure i contenuti video, l’importante è però che seguiate queste 3 regole di base:

  • I video devono brevi
  • I video devono essere di qualità
  • I video NON vanno caricati sul server (Mb da caricare)

Per questo ultimo punto meglio optare per una piattaforma esterna come Youtube o Vimeo.

SEO on site

La SEO on site può essere confusa con la SEO tecnica, in quanto si usa anche qui Screaming Frog per scovare alcune criticità come la mancanza di H1, title mancanti o errati, metadescription troppo lunghe o assenti, nomi delle immagini completamente errati (xpg009.jpg, ad esempio).
Ecco in sintesi alcuni punti importanti dove bisogna intervenire per fare una buona SEO on site:

  • Title di pagina impostati possibilmente con la struttura “keyword | Brand”
  • URL non troppo lunghi e senza includere le categorie man mano che si va in profondità
  • Menu studiato per categorie e per semplificare la navigazione
  • metadescription personalizzate per ogni pagina
  • H1 personalizzato per ogni pagina (ogni pagina deve avere un suo scopo)
  • CTA nei punti oiù importanti della pagina
  • Contenuti ottimizzati con keyword research

SEO off site

Rilevanza, autorevolezza, affidabilità, questi sono alcuni dei parametri che Google considera per classificare quella che Google chiama “Page Rank”, un dato fino a qualche anno fa disponibile a tutti ma che poi Google ha deciso di nascondere, proprio perché fonte di azioni manipolative del rank.

Il Page Rank infatti è tanto più alto quanto più sono i siti esterni che puntano attraverso un link ad un dato sito web, ed oltre al numero contano anche la qualità e l’attinenza di questi siti.
La Seo off site si occupa quindi di costruire una rete di link da altri siti web per accrescere l’autorità di un dominio, e questo di riflesso si ripercuote positivamente sul posizionamento delle keyword interessate.

Questo procedimento che si chiama anche link building deve essere il più naturale possibile, senza forzature, ma per farlo bisogna conoscere bene sia la tecnica che l’ambiente SEO per trovare le giuste collaborazioni.

Conclusioni

Leggere questo articolo ti avrà sicuramente dato una base per poter capire come muoverti per fare SEO ad un sito web, ma stai sicuro che non è così semplice come sembra.

Alcune attività richiedono conoscenze tecniche particolari, l’abitudine a fare certi lavori e la professionalità acquisita negli anni non la si può certo sostituire con un articolo letto sul web.
Anche un rubinetto che perde una goccia ogni tanto può sembrare una sciocchezza ma per sistemarlo chiamiamo l’idraulico, cioè un professionista che sa quello che fa.