Come diventare etologo

Comprendere il comportamento di gruppi animali e dell’essere umano in relazione all’ambiente, così da migliorarne la relazione e quindi la qualità della vita. Questa, in una sintesi dagli obiettivi molto ambiziosi, è il lavoro dell’etologo.

Tecnicamente, l’etologia è una specializzazione della zoologia. Il termine storicamente si fa risalire a John S. Mill, filosofo inglese del XIX secolo, che lo utilizzava riferendosi allo studio del comportamento umano. Comunemente però è riferita allo studio del comportamento animale, una scienza che si delineò con il crescere dell’interesse per la
zoologia nel corso del XVIII secolo in Europa.

Ufficialmente, il padre fondatore dell’etologia è il notissimo Konrad Lorenz, insieme il meno noto collega Nikolaas Tinbergen. Il loro lavoro, premiato con il Nobel nel 1973, ebbero anche il merito di divulgare gli studi etologici a livello popolare.

Chissà quanti neo o futuri etologi hanno cominciato a sviluppare la loro passione proprio leggendo “L’anello di Re Salomone” o uno degli altri libri di Lorenz. Sulla scia dello studioso austriaco, oggi chi vuole analizzare il comportamento degli animali deve fare un
percorso per diventare etologo

La preparazione e gli studi

Al momento non esiste un albo professionale che raccolga coloro che svolgono la professione dell’etologo. Per questo non è così facile intraprendere questa carriera: perché non c’è un modo univoco per sapere come avere i requisiti e come ottenere la possibilità di fregiarsi di tale titolo.

Questo certo non significa né che ci si debba improvvisare, né tanto meno che sia impossibile arrivare a centrar questo obiettivo.

Esiste un corso di laurea in Etologia, ma come specializzazione. Vuol dire che è necessario prima aver completato la laurea triennale in una disciplina afferente. Le opzioni più comuni, per chi poi vuole intraprendere questa specializzazione, sono la laurea in Scienze naturali oppure in Scienze biologiche; quest’ultima in particolare permette di costruirsi un ampio bagaglio di conoscenze relative all’etologia. Altre scelte idonee sono gli studi in Scienze Ambientali oppure in
Veterinaria.

Completato quindi il primo step universitario, è possibile iscriversi alla specialistica. Alcune delle principali università offrono questa possibilità: per esempio l’università di Torino, di Firenze, di Pisa, di Parma o di Roma. Per chi non dovesse vivere nei grani centri o non avesse la possibilità di muoversi, c’è sempre l’opzione di studiare a distanza con i corsi online.

Infine, un master potrebbe davvero dare quella preparazione in più, da accostare a un po’ di esperienza sul campo, che può comunque fare la differenza in un curriculum. Avendone la possibilità, in questo settore ci sono ottime opportunità all’estero; per citarne una il master in Etologia Applicata e Biologia Animale dell’università di Linkoping, in Svezia.

L’esperienza sul campo

E’ sempre bene unire lo studio accademico a delle esperienze reali, sul campo, che possano fornire quella componente concreta che spesso manca anche al migliore dei volumi universitari. Una delle opportunità è quella di prestare servizio presso associazioni o enti non governativi che si occupano di conservazione ambientale. E’ possibile cominciare anche come volontariato, vivendo incredibili esperienza a diretto contatto con gli animali, e recuperando competenze che sicuramente serviranno in futuro.

Sbocchi professionali

Lo studio è basilare, questo è vero, poi però è necessario intraprendere una carriera nel mondo del lavoro. Per una soddisfazione personale, certo, ma anche per trasformare la propria passione in una professione retribuita. Quali sono quindi gli sbocchi professionali per un etologo?

Possono sembrare pochi, ma tutto è relativo: sono anche poche le persone che si specializzano in queste discipline. Quindi, seguendo le giuste strade, è possibile trovare una occupazione che risponda ai propri desideri e capacità.

Ovviamente qualsiasi sia la tua scelta lavorativa, come suggerisce Keep the Planet, il miglior modo per iniziare una carriera nella conservazione ambientale è quella di partire dal volontariato ambientale.

Ricerca scientifica

Come tanti altri studiosi, una delle strade che si possono percorrere è quella di divenire ricercatori, sia presso enti pubblici che privati. In realtà, in Italia questa figura professionale non è ancora molto diffusa, e quindi gli sbocchi come ricercatori sono limitati. E’ comunque sempre una delle opzioni da tenere in considerazione, e da valutare già mentre si sta finendo il proprio percorso universitario, magari anche valutando di trasferirsi all’estero per un periodo.

Parchi nazionali

Un etologo può anche entrare nello staff di un parco a gestione nazionale o regionale. Qui potrebbe svolgere il ruolo di guida naturalistica; oppure
supervisionare lo stato di salute della fauna prendendo decisioni in merito alla conservazione dell’habitat. Le due mansioni inoltre potrebbero facilmente sovrapporsi.

Associazioni di settore

Se si è fatta esperienza in una associazione ambientalista, è possibile col tempo passare da volontario a professionista. Acquisendo le competenze necessarie e facendo un primo periodo di apprendistato, in seguito di può entrare a far parte dello staff fisso, realizzando progetti o portando avanti studi.

Consulente privato

Forse non è facilmente intuibile per chi non è del settore, ma ci sono diversi campi della vita quotidiana cittadina in cui è utile, se non indispensabile, il
supporto di un etologo. Per esempio nella supervisione della fauna, che non vive solo nel verde ma anche nei centri abitati, intersecando i propri comportamenti con quelli dell’uomo.

Le amministrazioni comunali, in particolare quelle in aree geografiche con fauna particolare o protetta, hanno necessità di essere guidate nelle strategie da adottare per salvaguardare l’ambiente senza sacrificare le necessità dell’uomo. In questo campo, l’etologo potrebbe presentarsi come libero professionista, prestando la propria attività per più realtà e per tempi variabili, anche cambiando domicilio nel corso dell’anno.

Le conoscenze di un etologo poi sono importanti in ambito scolastico – educativo: progetti di didattica ambientale sostenuti dallo Stato devono essere redatti da chi ha competenze in Etologia.

Divulgatore scientifico

In un mondo digitale c’è una grande opportunità da sfruttare: creare la propria professione. Investendo su se stessi è possibile diventare un divulgatore scientifico, girando video anche sul campo, e raccontando la vita dei gruppi animali.

 

Magari non è un progetto che si costruisce dall’oggi al domani, ma con l’idea giusta e una buona pianificazione è davvero possibile trasformarlo in un lavoro redditizio.

Oggi non c’è più bisogno di cercare un posto in un programma televisivo che parli di scienze naturali; si può creare il proprio blog e i propri video, costruendo la propria community legata alla conoscenza dell’ambiente.