Ugo Nespolo e i cartoni animati d’autore

Ugo Nespolo è un’esponente di spicco della Pop Art italiana, che non è mai stato nuovo alla reinterpretazione dello stile tipico pop, tramite l’incontro innovativo tra l’arte e l’immagine, come il film o i cartoni. Infatti l’artista contemporaneo è riuscito a fondere la propria arte con il mondo dell’infanzia, scrivendo un cartone animato appositamente per Rai Yoyo. Il cartone si chiama “Yo e Yo” ed è stato mandato in onda dal 20 aprile.

L’artista ha affermato, parlando della sua serie dedicata ai due gemelli di sette anni Yo e Yo: “I miei lavori degli anni ’60 avevano uno stile simile a quello dei giochi dei bambini”. Andiamo ora a scoprire qualcosa in più sull’artista piemontese.

La vita di Ugo Nespolo

Ugo Nespolo nasce a Mosso, in provincia di Biella, il 29 agosto del 1941. Si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Torino, per poi laurearsi in Lettere Moderne, muovendo i suoi primi passi nell’ambito artistico negli anni sessanta, con ispirazioni e contaminazioni dalla Pop Art, arte povera e arte concettuale. I suoi primi lavori, sempre pervasi da una concezione artistica fuori dagli schermi e profondamente ironica, e già dall’inizio erano molto ispirati alle illustrazioni per bambini.

All’ospedale psichiatrico di Volterra nel 1973 realizza, con l’aiuto dei degenti nella struttura, una piramide colma di pupazzi e disegni e una grande pillola di cartapesta che decise poi di bruciare in una piazza cittadina, poiché simboleggiava per l’artista l’abuso di farmaci in ambito psichiatrico.
Negli anni Ottanta attraversa un periodo prettamente “americano”, all’interno del quale realizza quadri molto vicini alla realtà americana, rappresentando vari luoghi comuni e famosi oggetti delle città statunitensi.

Collabora già anche con la Rai per la realizzazione di alcune videosigle, e inizia anche il suo attivo impegno nel mondo teatrale, come sceneggiatore e disegnatore di costumi per “L’elisir d’amore”, opera di Donizetti al Teatro dell’Opera di Roma e all’Opera di Parigi.

Il suo impegno artistico non si ferma sicuramente anche negli anni duemila, dove ha realizzato varie opere in molti palii in Toscana, come anche il drappello in quello di Siena, e ha disegnato nel 2003 la maglia rosa per il Giro d’Italia. Realizza anche molte collaborazioni per disegni per metropolitane o centri commerciali.

Nel 2007 ha curato costumi e sceneggiatura di Madama Butterfly che inaugurò il Festival Puccini, mentre nel 2008 cura per De Agostini “Nespolo legge Dante”, per una lettura della Divina Commedia di Dante con l’interpretazione attraverso le illustrazioni dell’artista. Ha collaborato inoltre con l’azienda d’abbigliamento Brooksfield per un intervento stilistico per ben due anni, dal 2009 al 2010 nell’ambito delle collezioni e nella comunicazione. Vanta una cospicua presenza in molte mostre, tra le più importanti del nostro paese, ma anche internazionali, a Firenze, Venezia, New York e in America Latina. Ad Asiago nel 2006 viene realizzata inoltre la mostra “Omaggio a Piero Cerato e Ugo Nespolo”, con molte opere dei due artisti messe direttamente a confronto. Nel 2010 diviene socio ad honorem del movimento artistico-letterario torinese. Riceve anche la cittadinanza onoraria di Santhià, dove è vissuto da ragazzo e ha mosso i primi passi nell’ambiente artistico.

Ugo Nespolo registra inoltre molti lavori per varie pubbilità per marchi importanti come Caffarel, Campari o Piaggio, e continua a svolgere il suo lavoro ed esprimere la sua arte nella città di Torino. Per la sua biografia completa, visita questa pagina.

Le opere d’arte moderna

Alcune delle principali opere contemporanee di Nespolo appartengono agli anni settanta, anni in cui l’artista affianca all’arte figurativa un attivo impegno nel cinema sperimentale. Nel 1975, un anno dopo la vincita del Premio Bolaffi, realizza “Il museo”, un quadro di una lunghezza impressionante (ben 10 metri!) che segna l’inizio di un’importante percorso per l’artista piemontese. Questa suo opera viene poi esposta al Museo Progressivo d’Arte Contemporanea di Livorno. Ugo Nespolo è un artista versatile, fuori dagli schemi, sempre pronto a sperimentare nuove soluzioni: nello stesso periodo infatti utilizza tecniche come ricamo e intarsio e molti materiali inconsueti quali alabastro, porcellana e perfino argento. Disegna “L’albero dei cappelli”, che poi verrà addirittura prodotto industrialmente come elemento d’arredo per le abitazioni.

Negli anni Ottanta invece, come già accennato nella breve biografia dell’artista, le opere sono ispirate direttamente dal mondo americano (dove Nespolo vive per qualche tempo), alle sue strade e grattacieli delle città statunitensi, che diventano l’oggetto principale della rappresentazione figurativa di Nespolo. All’inizio degli anni novanta invece realizza un’esposizione di ceramiche al Palazzo delle Esposizioni di Faenza. Nel 1998 decide inoltre di collaborare con la storica vetreria d’arte Barovier & Toso di Murano, e decide di contribuire con una serie di opere in vetro con le quali esprimere tutto il proprio enorme estro artistico, da esporre al Palazzo Ducale di Venezia. Nei duemila accetta anche l’incarico di organizzatore artistico per la metropolitana di Torino, nell’ambito di un progetto per l’integrazione di alcune opere di arte moderna nel complesso della metro, firmando anche innumerevoli opere che spaziano dal campo cinematografico a quello letterario. Un talento puro, cristallino e senza regole, che recentemente ha deciso di interfaccciarsi anche con il mondo dei cartoni animati d’autore.

I cartoni animati d’autore

Nespolo ha collaborato con il team di registi e sceneggiatori italiani e irlandesi, per la realizzazione dei mondi fantastici del cartone e del design proprio di “Yo e Yo”. I protagonisti del cartone sono due gemellini, un maschio e una femmina, accomunati dallo stesso nome ma da caratteri diametralmente opposti, l’uno timido e l’altra molto espansiva.

Per l’artista piemontese non è certo una novità lavorare nel mondo dell’infanzia, in quanto aveva già da prima realizzato alcune sigle animate, come quella per Indietro tutta di Renzo Arbore.
Nella realizzazione della componente prettamente grafica del cartone, Nespolo si è volutamente ispirato alle sue prime opere risalenti agli anni sessanta, con colori sgargianti, velocità di movimento e ambienti fantastici di chiara matrice futurista. Il concetto di velocità e di movimento nell’immagine è da sempre presente nell’opera di Nespolo, e ciò si tramuta in questo caso anche in uno scopo pedagogico, al fine di far abituare il bambino ad una tipologia di immagine più complessa del solito. L’arte contemporanea nell’ultimo periodo si è avvicinata sempre di più al mondo dell’infanzia e dall’adolescenza, fonte di grande ispirazione ma anche di buon introito economico.

Nespolo è stato coinvolto per circa tre anni in questo progetto, realizzando più di diecimila disegni, che forse saranno anche oggetto di mostra nel futuro. Come racconta Paganoni, uno dei registi del cartone, spesso nella produzione si è dovuto mediare con alcuni disegni di Nespolo alcune volte troppo astratti e avanguardistici. Infatti nei cartoni animati bisogna comunque rimanere in alcuni limiti, dettati in particolare dai canoni di lettura dei bambini: ad esempio un prato per essere riconosciuto tale deve essere di un acceso verde. La serie ha riscontrato, nella sua prima stagione mandata in onda, degli ottimi risultati, diventando uno dei programmi più seguiti di Rai Yoyo.