Scopriamo come intervenire in caso di emorroidi esterne

Sedersi e avvertire le punture di tanti spilli o spine può essere indicativo della patologia emorroidaria. Infatti, quando le emorroidi si infiammano, possono insorgere sintomi sgraditi e talvolta invalidanti. Vediamo come agire con alcuni rimedi utili.

Sintomi frequenti ed eventuali complicanze del disturbo emorroidario

Prima di preoccuparci eccessivamente, scopriamo cosa sono le emorroidi esterne e per quale ragione possono diventare sintomatiche. Si tratta di piccoli cuscinetti o gavoccioli anatomici, normalmente localizzati nel canale anale o intorno all’apertura dell’ano (orifizio anale) di ognuno di noi: dunque, ogni volta che lamentiamo di “avere le emorroidi” facciamo riferimento, in realtà, alla patologia correlata. Le emorroidi in condizioni normali non danno fastidio né ci accorgiamo della loro esistenza.

Questi cuscinetti contribuiscono alla continenza fecale e dei gas dell’intestino, oltre a regolare il passaggio delle feci assieme allo sfintere anale, durante l’evacuazione. Tuttavia, per vari motivi (l’eziologia include svariati fattori), le emorroidi possono dare problemi, infiammandosi, diventando patologiche e spesso sintomatiche. Le emorroidi esterne si possono notare a occhio nudo, intorno all’apertura anale, e si presentano come piccoli rigonfiamenti morbidi, ricoperti da cute.

Sintomi che spesso le persone riferiscono

Quando le vene emorroidarie si dilatano e c’è infiammazione, possiamo individuare alcune condizioni alle quali fare particolare attenzione:

  • Pizzicore/prurito e secchezza della pelle a livello peri- anale, oltre alla sensazione di “ano umido”.
  • Dolore anche acuto, specie durante l’evacuazione e quando ci si siede, per via della pressione sulle vene emorroidarie e del contatto con le superfici dure.
  • Talvolta si avverte un “corpo” estraneo a livello anale.
  • A volte si ha la sensazione di non aver completato l’evacuazione.
  • Stimolo a evacuare continuo.

Complicazioni: trombosi

Oltre ai sintomi sopraelencati, potrebbe avere luogo una complicazione della malattia emorroidaria, ossia la trombosi emorroidaria: ciò avviene quando le emorroidi si riempiono di coaguli di sangue, diventando gonfie, bluastre e doloranti.

Sanguinamento emorroidario: scopriamo perché

Oltre a queste situazioni descritte, potrebbe verificarsi anche un’altra condizione, cioè la rottura dei gavoccioli emorroidari, con possibile sanguinamento, che si manifesta attraverso la perdita di qualche traccia ematica, osservabile sulla carta igienica dopo l’evacuazione. Perché può verificarsi questa evenienza?

  • Le emorroidi, già patologiche, non riescono a sostenere ponzamento, attrito e sfregamento durante l’evacuazione. In particolare, l’evacuazione di feci indurite e secche sarà maggiormente difficoltosa, acuendo l’irritazione della zona ano- rettale sottoposta a stress.
  • I microtraumi determinati dalle spinte espulsive possono causare la lacerazione della delicata cute che ricopre le emorroidi, già infiammata e assottigliata dal rigonfiamento: la rottura può perciò causare la fuoriuscita di qualche di sangue, che noteremo sulla carta igienica (o anche sulle feci). Il sanguinamento è imputabile alla fragilità dei vasi emorroidari.

Aggiustiamo alcune abitudini e applichiamo alcuni rimedi

Nel nostro quotidiano, possiamo seguire alcuni suggerimenti e consigli di salute:

Sospendiamo il consumo di alimenti e bevande irritanti. Se siamo soliti bere caffè, alcolici e consumare cioccolato, spezie molto piccanti, insaccati salati, dovremo rinunciare a queste abitudini alimentari, per non peggiorare l’infiammazione a livello locale. Invece, introduciamo nella dieta acqua, alimenti vegetali come frutta fresca, ortaggi freschi, cereali integrali e legumi, per introdurre il giusto apporto di liquidi e fibre importanti per garantire le corrette funzionalità intestinali e migliorare l’evacuazione.

Evitiamo di stare seduti senza muoverci per troppo tempo. La sedentarietà non aiuta la circolazione e il microcircolo, anzi, può peggiorare la stasi venosa e rendere difficile lo scarico venoso dai vasi emorroidari. Ciò potrebbe acuire il rigonfiamento patologico dei gavoccioli e determinare un peggioramento dei sintomi, tra cui il dolore. Prendiamo quindi l’abitudine di fare due passi con regolarità, mantenere uno stile di vita attivo, praticare uno sport moderato come per esempio il nuoto.

Utilizziamo un cuscino ortopedico mirato

Esistono in commercio alcuni cuscini appositi elaborati per alleggerire la pressione sulle vene del retto e diminuire lo strozzamento dei vasi emorroidari, alleviando la sintomatologia fastidiosa. Questi cuscini consentono di evitare l’attrito con molte superfici dure e rigide sulle quali spesso ci sediamo.

Non strofiniamo troppo con la carta igienica. Spesso sfreghiamo in maniera eccessiva: ciò potrebbe peggiorare l’infiammazione locale e provocare piccole ferite alla cute delicata. Puliamoci tamponando con leggerezza, ammorbidendo eventualmente la carta igienica con poca acqua, per renderla meno ruvida. Scegliamo un tipo di carta senza colorazioni o profumazioni.

È sempre importante usare un detergente intimo non aggressivo. Evitiamo di usare prodotti aggressivi, a base di alcool, schiumogeni, profumazioni o coloranti: si tratta di sostanze potenzialmente allergizzanti, che potrebbero aggravare la situazione della mucosa infiammata. Invece, usiamo un prodotto delicato e che rispetti la normale acidità delle mucose.

Diluiamo il detergente intimo e diradiamo i lavaggi. Ricordiamo di non usare mai il detergente intimo concentrato, a diretto contatto con la zona anale infiammata. Una eccessiva quantità di prodotto potrebbe provocare eruzioni cutanee e acutizzare l’infiammazione. Al contrario, è opportuno stemperare il detergente in acqua. Oltre a ciò, anche lavaggi troppo frequenti potrebbero contribuire a peggiorare la situazione. Una detersione eccessiva potrebbe rendere debole il fisiologico film idrolipidico cutaneo.