Rivalutazione assegno di mantenimento. Tenore di vita dell’ex coniuge post il divorzio

Nei procedimenti di separazione e divorzio si parla di rivalutazione Istat dell’assegno di mantenimento ovvero divorzile. È l’assegno riconosciuto nei confronti del coniuge ovvero dei figli, per garantirne il tenore di vita. L’obiettivo dell’adeguamento Istat è quello di proteggere il potere d’acquisto dell’importo rispetto alla svalutazione monetaria di cui è oggetto con il passare del tempo per colpa dell’inflazione. Questo vale anche nelle procedure di separazione di coniugi italiani residenti all’estero o per la separazione tra cittadino italiano e straniero.

L’assegno di mantenimento, decorrenza, calcolo e la rivalutazione Istat

Per quanto riguarda il calcolo della rivalutazione Istat, bisogna tenere in considerazione l’indice dei prezzi al consumo in riferimento alle famiglie di impiegati e operai, ovvero quello che viene chiamato FOI. Questo indice viene pubblicato sistematicamente in Gazzetta Ufficiale e si può facilmente trovare presso qualsiasi CIS presente sul territorio italiano. Ci sono anche diversi servizi online che si possono sfruttare in via del tutto gratuita e che permettono di effettuare un calcolo preciso e accurato delle variazioni percentuali tra i vari indici più diffusi in base alla normativa italiana. Sono proprio questi stessi servizi che permettono poi di ottenere anche la specifica documentazione ufficiale in seguito al calcolo.

Quando effettuare la rivalutazione Istat

Si tratta di un’operazione che presenta il carattere dell’obbligatorietà in base a quanto è previsto dalla legge. Di conseguenza, si tratta di un calcolo che deve essere sempre effettuato. Di solito, questo adeguamento va portato a termine ogni anno, nel corso del mese che viene specificato all’interno del provvedimento legato alla separazione.

Qualora la persona che è obbligata a effettuare la rivalutazione Istat non ottempera a tale adempimento, ecco che si può ricevere il pagamento di tutte le somme che non sono state versate nel corso dell’ultimo quinquennio mediante la notifica realizzata da un precetto. In questo modo, non c’è nemmeno l’esigenza di fare richiesta di un adeguamento giudiziale in riferimento alla somma che caratterizza l’assegna di mantenimento.

Serve mettere in evidenza un altro aspetto, ovvero che il precetto corrisponde a un atto esecutivo che, come tale, presenta pertanto un prezzo. Di conseguenza, prima di procedere su tale direzione, la cosa migliore da fare è capire se si tratta di una scelta effettivamente vantaggioso, non solo a riguardo dell’importo del credito, ma è necessario anche valutare con cura la solvibilità della persona obbligata.

I criteri per la rivalutazione dell’assegno di mantenimento

Per fare in modo che il potere d’acquisto che caratterizza l’assegno di mantenimento, ogni anno, come detto, deve effettuarsi il calcolo della rivalutazione, tenendo conto dell’incremento medio del costo della vita. Un obbligo che è disciplinato anche da una specifica norma di legge, ovvero la numero 898 del 1 dicembre del 1970, in modo particolare l’articolo 5, comma 7. In realtà, anche queste disposizioni sono relative solamente al divorzio, è stata la Corte di Cassazione, seguendo un ragionamento analogico, a considerarle valide anche per l’adempimento dei medesimi obblighi in fase di separazione.

La nuova quota calcolata rappresenterà poi il valore su cui si dovrà applicare l’indice di FOI nel corso dell’anno successivo. Giusto per fare un esempio, nel caso in cui l’assegno di mantenimento dovesse essere stabilito in euro 500 da parte del giudice dal 01/09/2021, ecco che tale somma andrà rivalutata in base all’ultimo FOI che c’è a disposizione alla data del 01/09/2022. Qualora il FOI sia del 2%, ecco che a partire dal 01/10/2013 l’assegno di mantenimento raggiungerà la quota di 510 euro. Quest’ultima, sarà la base che verrà utilizzata l’anno successivo, proseguendo in tal modo.

Rivalutazione monetaria e interessi

È chiaro che il calcolo manuale della rivalutazione non è affatto un’operazione così difficile da effettuare, ma è meglio impiegare qualche servizio online che permette di svolgerlo in maniera rapido e senza alcuna ricaduta sulla rivalutazione. In questi casi, dopo l’inserimento della data, che viene stabilita dal giudice, a partire dalla quale si comincerà a percepire l’assegno di mantenimento, si procederà all’inserimento della data da cui si vuole far partire la rivalutazione. Il risultato sarà un prospetto di sintesi, in cui l’ultimo valore è spesso rappresentato dall’assegno di mantenimento, inclusa la rivalutazione.

Assegno di mantenimento e tenore di vita

Solamente dopo l’avvenuto divorzio, ecco che il mantenimento nei confronti dell’ex moglie non deve essere più correlato al tenore di vita conservato nel corso del matrimonio. Chi opta per la separazione, invece, non può godere di tale vantaggio, dal momento che il vincolo tra i coniugi rimane. In quest’ultimo caso, infatti, l’assegno di mantenimento rimane correlato al tenore di vita che la coppia osservava nel corso del matrimonio, come è stato confermato anche in una recente sentenza da parte della Corte di Cassazione.