Il terrorismo digitale e il cyberspazio

cyber war

Negli ultimi tempi, si sente sempre più spesso parlare di “Cyber-terrorismo”, soprattutto in relazione ai presunti piani dell’ISIS per addestrare dei “jihadisti informatici” e agli attacchi subiti dalla rete negli USA da parte di hacker provenienti probabilmente dalla Russia. Per fare un po’ di chiarezza in questo panorama piuttosto complesso, vediamo di cosa si stratta e quali sono i punti che caratterizzano il “terrorismo digitale”.
Non esiste una definizione univoca di Cyber-terrorismo: secondo alcuni esperti di sicurezza, il esso rappresenta operazioni effettuate sul web con lo scopo di distruggere vite umane, provocare danni economici e diffondere il terrore, secondo altri esperti il terrorismo digitale viene utilizzato con lo scopo di intimidire e muovere il governo o la popolazione verso il raggiungimento di risultati politici o sociali.

Secondo una nota studiosa, Dorothy Denning, il Cyberterrorismo è «la convergenza fra terrorismo e cyberspazio».
Per parlare di cyberterrorismo bisogna quindi definire anche il concetto di “cyberspazio”: il cyberspazio rappresenta il coinvolgimento in un’unica rete di connessioni tra computer, server, routers di tutto il mondo e gli utenti, permettendoli di interagire tra loro. Si tratta di uno spazio virtuale, quindi, che collega tra loro tutti gli elementi connessi alla rete. Non dobbiamo pensare, però, che si tratti di uno spazio fittizio o immaginario: esso è immateriale, certo, ma può essere tremendamente reale e, se subisce attacchi, può avere un impatto devastante sulle nostre vite di tutti i giorni.

I rischi cyberterrorismo

In seguito a recenti attacchi informatici, si è parlato molto di una nuova generazione di terrorismo e dei modi per difendere la nostra società, ma viene prima di tutto da domandarsi, siamo pronti a contrastare questa “nuova” forma di terrore?
Comprendere l’impatto reale del cyberterrorismo è il primo passo per concretizzare una politica di cybersecurity.

Il terrorismo internazionale, infatti, si serve ormai del cyberspazio per pianificare attentati, minacciare popolazioni, e organizzare i propri uomini al fine di portare terrore e compiere azioni distruttive.
Le organizzazioni jihadiste sono al corrente della facilità di diffusione delle informazioni attraverso internet, la divulgazione di contenuti ha sempre avuto un ruolo importantissimo per la campagna jihadista, come strumento per attirare e reclutare militanti.

Uno dei principali impegni per chi rappresenta e vuole garantire la sicurezza di un Paese è la sicurezza del cyberspazio non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche dal punto di vista legale, economico e sociale.

Come difendersi dal cyberterrorismo

Uno dei paesi maggiormente attivi contro la lotta al cyberterrorism sono gli Stati Uniti che hanno istituito una cyber force, con delle persone che si impegnano alla guerra cibernetica i “cyberwarriors”, a supporto e difesa dello stato.

La CIA ha dichiara che il cyber-terrorismo rappresenta il maggiore pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti, la cyber security è riconosciuta dall’ONU come aspetto principale sul quale costruire le basi della sicurezza internazionale.
Anche se in ritardo rispetto agli Stati Uniti, in Europa il 7 febbraio del 2013 è stata approvata la “Strategia dell’unione europea per la cybersicurezza” che rappresenta la base per un piano di azione e la produzione di strumenti tecnologici più specifici.

Cosa succede in Italia

L’Italia negli ultimi anni ha utilizzato molti soldi per contrastare il cyberterrorismo, rafforzare il reparto intelligence e i sistemi di prevenzione delle minacce, dal 2013 partecipa alle specifiche esercitazioni periodiche svolte nell’ambito sia militare che civili con lo scopo di verificare la capacità di risposta agli attacchi cibernetici. Sviluppare le difese del cyberspace contribuirà alla crescita del paese e alla sicurezza della privacy dei cittadini e dei servizi pubblici che sempre più dipendono da strumenti informatici.

Da sempre attivo verso il contrasto al terrorismo in tutte le sue forme, e in particolar modo quello digitale, il deputato Stefano Dambruoso in una recente intervista dichiara “Ultimamente c’è un’attenta e intelligente selezione tra giovani esperti laureati in informatica, lingue, economia. Si cercano più giovani esperti del mondo della minaccia informatica, per contrastare i reclutatori via web: sono i cosiddetti “combattenti digitali” attivi contro la minaccia hacker, qualificati esperti di Information and Communication Technology.”